Quale sarà il futuro della RAI in campo disabilità?

Quale sarà il futuro della RAI in campo disabilità?

È previsto per Martedì 10 Luglio l’appuntamento per  le votazioni della Camera dei Deputati e Senato per il nuovo Consiglio di Amministrazione RAI: 236 saranno i cui curricula da esaminare (consultabili online); tra questi, però, il Corriere della Sera, nella sua sezione InVisibili, non ha trovati molti requisiti idonei per un balzo in avanti nell’impegno verso i disabili, a parte qualche ottima eccezione.

L’impegno della RAI nel settore disabilità

Ancor prima che apparisse online la piattaforma RaiPlay, con tutti i suoi innumerevoli vantaggi, la rete televisiva nazionale si è sempre occupata dei disabili: ogni giorno, infatti, va in onda il TG in edizione LIS per agevolare i non udenti. Inoltre, la stessa rete si occupa della trasmissione delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi, accrescendo sempre di più il proprio parco di telespettatori ed acquisendo stima, credibilità, prestigio.

In verità, però, ci sarebbe ancora moltissimo altro da fare, ad esempio, per i non vedenti: attraverso i canali radio o la piattaforma online, potrebbero essere diffuse audiodescrizioni, sottotitolazioni, insomma, il corrispettivo dei sottotitoli a cui è possibile accedere tramite televideo da parte dei non udenti, mutuato sulla disabilità dei non vedenti. Questa è l’idea di uno dei candidati, favorito proprio dal Corriere della Sera, Luca Mattiucci, giovanissimo giornalista e libero docente universitario (36 anni), esperto di comunicazione sociale e management e volontario della protezione civile.

Da tempo Mattiucci espone il suo pensiero e le sue idee in un blog, riscuotendo notevole consenso, convinto che ci siano ancora troppi cliché da superare per accedere ad una serie di servizi che siano davvero innovativi ed in linea con il momento storico, di avanzata tecnologia e Internet of Things, in cui stiamo vivendo.

Non resta che attendere le prossime evoluzioni, sperando che queste votazioni si traducano, nell’immediato futuro della rete televisiva, anche in prese di posizione concrete per tutti i telespettatori, disabili inclusi.

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