Maltrattamenti e segregazione di disabili: in arrivo controlli più severi?

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Nonostante la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità parli molto chiaro in materia, sembra proprio che ci siano non solo ancora tanti divari tra portatori di handicap e normodotati, ma anche molta strada da fare in termini di controlli, sicurezza, cura.

In effetti, sono tantissimi i casi riportati dalla cronaca che contemplano maltrattamenti, segregazioni forzate, denutrizione e cattiva gestione di anziani e disabili, non solo da parte di strutture che dovrebbero occuparsi di fornire loro cure adeguate, ma anche in casi di caregiver familiari, con la scusa, magari, che non si trova il tempo o il modo di organizzarsi per portare fuori dalle quattro mura chi avrebbe diritto (e possibilità) di vivere anche un altro pezzo di vita, all’aperto e in piena socializzazione.

Ripercussioni

Tutto questo ha conseguenze che possono diventare anche piuttosto gravi, su chi subisce questo tipo di situazioni, coinvolgendo non solo disagi fisici (atrofia, piaghe da decubito etc) ma anche psicologici, offrendo terreno fertile a depressione, apatia, senso di solitudine.

Elementi che non possono che essere dissonanti da quella “piena integrazione e partecipazione nella società” che raccomanda la Convenzione ONU che, sottolineando la parola “uguaglianza”, mette in risalto il fatto che nessuno dovrebbe vivere in condizioni di segregazione o di isolamento.

L’impegno di FISH e del Garante Nazionale

Nel 2017 FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha indetto una conferenza proprio per mettere in evidenza la questione segregazione, proponendosi di liberare i reclusi da condizioni di vita inumane e degradanti, individuandone i colpevoli e cercando di dare spazio a nuovi servizi più inclusivi, per anziani e disabili, anche nell’ambito domestico.

Secondo le stime della federazione, infatti, nel 2017 erano 273.316 le persone con disabilità ospitate nei presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari, di cui oltre l’83% anziani non autosufficienti che risultavano semi-reclusi in strutture inadeguate.

Altri dati fondamentali che hanno convinto a focalizzarsi sul problema sono stati quelli relativi alle segnalazioni ricevute dai Carabinieri: nel 2016 sono stati 114 soltanto gli interventi per casi di maltrattamenti, più 68 per abbandono d’incapace, 16 per lesioni personali e altrettanti 16, addirittura, per sequestro di persona, senza contare altri contesti che si realizzano nel silenzio e nell’indifferenza totale, tra isolamento e maltrattamenti.

Ecco perchè, prendendo spunto proprio dalla conferenza organizzata dalla FISH, il Garante Nazionale dei Diritti delle Persone Detenute o Private della Libertà Personale ha organizzato un incontro con la stampa, in collaborazione con L’Altro diritto – Centro di ricerca interuniversitario su carcere, devianza, marginalità e governo delle migrazioni (Firenze) e con il CeRC (Centre for Governmentality and Disability Studies “Robert Castel” – Napoli), con focus sulle strutture adibite per ospitare i disabili, presentando anche una mappatura volta a controllare e individuare, eventualmente, dove intervenire.

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