In arrivo le Paralimpiadi di Rio 2016

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Rio 2016 è stato il grande appuntamento dedicato alle Olimpiadi, quest’anno, conclusosi il 21 Agosto. A breve, invece, il 7 Settembre, comincerà, sempre a Rio de Janeiro, la quindicesima edizione delle Paralimpiadi, manifestazione in linea dedicata allo sport per disabili.

Una “divisione” netta tra due aspetti dello stesso evento, ma che per molti, ormai, è solo di un’abitudine eliminabile, poichè le performance degli atleti con invalidità, spesso, non hanno nulla da invidiare a quelle dei normodotati; a volte, per dirla tutta, sono anche superiori.

Ecco perchè l’invito alla riflessione e al cambiamento: e se le due manifestazioni venissero fuse?

La verità è che una distinzione netta come questa si traduce in una distinzione nell’attenzione degli spettatori, che finiscono per dare maggior rilievo alla manifestazione”portante” e (troppo) poca importanza a quest’altra fetta di atleti professionisti, allenatisi duramente per partecipare alle gare.

Probabilmente esagerando, qualcuno ha addirittura ipotizzato che questa divisione contribuisca a sottolineare le differenze tra gli atleti, alimentando il pregiudizio nei confronti dei disabili e della disabilità stessa. Anche perchè fondere le due manifestazioni, in sostanza, creerebbe nel pubblico una percezione diversa degli atleti, rispetto a quella che, probabilmente, c’è oggi a causa della differenziazione.

L’Associazione Spes contra Spem, una cooperativa romana, ha lanciato un sondaggio che si può compilare in forma anonima per comprendere al meglio quali siano le opinioni sociali legate alla faccenda, ispirandosi ai pensieri del neonatologo e bioeticista Carlo Bellieni. Il punto di partenza è stato considerare le performance maschili e femminili: una separazione netta tra i due sessi non c’è, perchè dovrebbe esserci tra normodotati e disabili?

Moralmente e concettualmente il tutto non fa una piega.

Ma ci sono aspetti che vanno obbligatoriamente considerati: le gare aumenterebbero per la presenza di più atleti, sarebbe possibile garantire ugualmente una copertura mediatica completa? Potrebbero risultare svantaggiati i Paesi più arretrati?

Insomma, i pro e i contro, come in tutte le questioni controverse, sono tanti, ma d’altro canto anche uomini e donne posseggono fisicità di base differenti, per cui, a partire proprio da quella specifica considerazione, il problema continuerebbe a non porsi.

Non ci resta che attendere, fiduciosi, l’evoluzione degli eventi.

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