Donne disabili: il rischio di stupro è maggiore

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Il tema della violenza sulle donne è molto attivo, negli ultimi anni, e molto controverso.

Da un lato c’è chi dice che si parla troppo delle donne e poco degli uomini, dall’altro c’è chi estremizza la cosa a livelli così fanatici da rendere la questione quasi poco credibile.

La verità è che sì, esiste anche una percentuale di situazioni in cui le cose funzionano “al contrario” e sono gli uomini a subire abusi e manipolazioni, soprattutto psicologiche, da parte delle donne, ma è molto bassa rispetto al totale.

La cosa è plausibile perchè la struttura fisica degli uomini è, quasi nella totalità dei casi, di certo più potente di quella femminile, per cui mettere a paragone, come molti fanno, ad esempio, schiaffi provenienti dai due sessi è quasi assurdo.

La differenza rispetto al passato risiede solo nel fatto che, oggi, si sono sdoganate molte paure e molti “sensi di vergogna”: si ha meno timore a denunciare accaduti del genere, perchè sono nati gli strumenti adatti alla difesa, e si ha meno vergogna perchè non si tratta più di casi isolati ma, anzi, è possibile confrontarsi con molte donne che hanno subito la stessa sorte, trovando anche giovamento e complicità.

Ma ci sono ancora, però, molti casi in cui queste violenze vengono taciute perchè agenti in un clima di manipolazione totale e di terrore: molte donne vivono continuamente minacciate dai propri aguzzini.

In questa sfera di situazioni, che nel 2015 ha contato 6 milioni 788 mila donne, che hanno dichiarato di aver subito almeno un episodio di violenza nella vita, si inseriscono anche situazioni ancora più delicate: quelle che riguardano donne disabili.

Le cifre parlano chiaro: parlando di donne disabili, ha subito violenze fisiche o sessuali il 36% di chi versa in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni fisiche anche gravi. Tra l’altro, si stenta a credere, forse, per chi ha un certo codice etico e morale, ma si stima che il rischio di subire stupri sia doppio per le donne disabili. Una realtà agghiacciante che molto spesso rimane sepolta dietro la paura o l’impossibilità di comunicare di queste persone.

L’Istat, purtroppo, assicura che la denuncia da parte di una donna disabile arriva solo nel 10% dei casi: alle difficoltà di una vita già “diversa” da vivere e a cui abituarsi, soprattutto per chi diventa disabile in età adulta, si aggiungono quindi anche violenze fisiche, psicologiche, sessuali, talvolta per mano proprio di familiari, assistenti e caregiver (nella maggioranza dei casi).

Ci sono casi che provengono da una pesante frustrazione di non accettazione della condizione di disabilità, altri di disinteresse e meschinità che si concretizzano in atti violenti, altri ancora di perversione operata sentendosi sicuri del silenzio.

La cosa importante da tenere presente è che bisogna sempre denunciare il proprio aggressore o, comunque, chiedere aiuto e confidarsi con chi potrà aiutare a risolvere il problema. Non c’è nulla di cui vergognarsi: in tutti i casi, che si tratti di donne disabili o meno, l’unico a doversi vergognare è chi commette questo tipo di azioni.

Il numero di emergenza della Rete Nazionale Antiviolenza è il 1522: è una linea multilingue che garantisce l’anonimato, è in grado di fornire assistenza e consigli su come orientarsi ed è attiva h24, tutti i giorni dell’anno 7 giorni su 7.

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