In Corea del Sud si vive più a lungo. Perché?

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L’aspettativa di vita degli esseri umani, nei secoli, si è alzata, e di parecchio, se si considera che a 40 anni, in tempi antichi, si era già considerati “anziani”.

Il progresso tecnologico, soprattutto applicato alla ricerca medica e agli ausili, ha permesso di sconfiggere “nemici invisibili”, come virus e malattie, agendo soprattutto in termini di prevenzione e salvando numerosissime vite, anche tra i bambini.

È quindi curioso constatare come, al rovescio della medaglia, sia proprio lo stesso progresso a generare casi, tra i paesi più sviluppati, come il Regno Unito o gli USA, dove l’aspettativa di vita media si abbassa continuamente, a causa, soprattutto, dello stile di vita frenetico, del consumo eccessivo di “cibo spazzatura” e, quindi, dei casi crescenti di obesità e di una serie concomitante di fatti.

Il caso della Corea del Sud

Fa, invece, riflettere, il caso della Corea del Sud, che si trova in una situazione, fortunatamente per i suoi cittadini, completamente opposta. Ma per capirne il perché la faccenda va analizzata molto da vicino.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra (ironia della sorte!), pubblicato su The Lancet, le donne sudcoreane, entro il 2030, potranno vantare un’aspettativa di vita media che vada oltre i 90 anni! Un bel traguardo, non c’è che dire.

Anche per gli uomini le notizie sono buone, perchè la vita media dovrebbe aggirarsi, comunque, intorno agli 84 anni.

I motivi? Secondo gli studiosi sarebbero da ricercare nel progresso che sta, pian piano, investendo il Paese con i miglioramenti all’istruzione, nel campo alimentare, soprattutto legato ai neonati, e, naturalmente, nel rapido evolversi della tecnologia applicata alla medicina. In più, c’è da tenere presente, andando più a fondo, che gli orientali hanno un indice di massa corporea più basso rispetto al nostro, per cui sono meno soggetti a problemi di obesità, malattie cardiovascolari e, in genere, legate alla pressione sanguigna. Ma non è tutto.

La natalità, in Corea del Sud, è scarsa, ed ecco perchè a fronte di stime con altri Paesi, la mortalità infantile rivela numeri più bassi; inoltre, guardando all’altro “capo”della faccenda, cioè all’anzianità, sebbene si riscontri un buono stato di salute, è preponderante, altrettanto, l’alto tasso di povertà. Quindi, a parità di numeri, bisogna tener presente che non sempre la longevità è una componente del tutto positiva, se si vive una vita di stenti, di miserie e privazioni.

E l’Italia?

Secondo la ricerca il risultato che accomunerà la stragrande maggioranza dei Paesi (tranne Messico, Cile, Francia e Grecia) sarà la riduzione del gap tra l’aspettativa di vita maschile e quella femminile.

Per l’Italia le notizie non sono ottime perchè perderà due posizioni, a fronte del Portogallo e della Slovenia; ma parliamo pur sempre di dati statistici e, ovviamente, globali e generici.

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